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È italiana la piccola capitale dei filati famosa in tutto il mondo: viaggio nei segreti del vero made in Italy

È italiana la piccola capitale dei filati famosa in tutto il mondo: viaggio nei segreti del vero made in Italy

C’è un luogo in Italia dove la lana profuma ancora di montagna, dove l’acqua scorre limpida tra colline silenziose e dove le mani dell’uomo intrecciano tradizione, eleganza e passione da secoli: Biella.

Nascosta tra le Alpi piemontesi, questa cittadina è molto più di una semplice tappa nel Nord Italia. È un vero e proprio santuario del tessile, dove i filati non sono solo materia, ma storie intrecciate di famiglie, dedizione e genio artigiano.

Chi arriva a Biella con occhi curiosi e cuore aperto, scopre un mondo dove il made in Italy si mostra nella sua forma più autentica: quella che nasce dal tempo, dalla terra e dalla bellezza di fare le cose con arte.

Una tradizione che affonda nel Medioevo

 

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Già nel XIII secolo, Biella era nota come “terra dei lanaioli”. La posizione geografica — tra le acque pure dei torrenti Elvo e Cervo e l’abbondanza di pascoli — creò un habitat ideale per la nascita di una manifattura laniera di eccellenza. Le famiglie biellesi lavoravano la lana in piccoli laboratori domestici, filando a mano e tessendo con telai rudimentali, in una danza di gesti tramandati di generazione in generazione.

Nel tempo, quella che era una pratica contadina e domestica si è trasformata in un’eccellenza industriale a livello mondiale, senza mai perdere il contatto con l’origine, con la materia e con l’anima del lavoro artigianale.

Chi lavora il tessuto lo sa: la lana si addomestica, ma non si doma. Ha bisogno di mani esperte, pazienza e soprattutto acqua pura. E Biella, con le sue sorgenti montane incontaminate, offre la condizione perfetta per il lavaggio e la tintura delle fibre. È l’acqua, in fondo, la vera alleata invisibile del successo di questi filati.

I maestri lanieri di Biella selezionano da sempre le migliori fibre del mondo — cashmere della Mongolia, merino australiano, alpaca del Perù — ma è qui, tra i monti piemontesi, che queste fibre prendono vita, si nobilitano, si trasformano in tessuti così morbidi da sembrare seta, così resistenti da durare per sempre.

Per comprendere davvero la cultura tessile biellese, bisogna entrare in un filatoio. Fortunatamente, molti sono stati recuperati e aperti al pubblico. Uno su tutti, il Lanificio Botto Giuseppe, oggi trasformato in museo e laboratorio creativo. Qui si può toccare con mano il percorso della lana, vedere i macchinari storici ancora in funzione, ascoltare il rumore antico dei telai in movimento. È un’esperienza che parla ai sensi e al cuore, che racconta la poesia del lavoro ben fatto.

Biella non è solo una città del passato. È un laboratorio d’innovazione tessile, sede di centri di ricerca, startup green e realtà artigianali contemporanee che stanno ridefinendo il concetto stesso di “filato”.

Molte aziende biellesi oggi lavorano su fibre rigenerate, ricavate da vecchi capi riciclati e trasformati in nuovi filati, senza compromessi sulla qualità. Progetti come Re.Verso™ stanno diventando modelli internazionali di economia circolare applicata alla moda.

Il Città Studi Biella è un centro d’eccellenza formativa che prepara i nuovi artigiani e tecnici del tessile. I giovani apprendono sia le tecniche tradizionali sia le competenze digitali necessarie per immaginare i tessuti del futuro. Una sinergia che promette di mantenere vivo il nome di Biella nei decenni a venire.

Dove nasce l’eccellenza: le aziende simbolo del distretto biellese

 

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Nel corso degli ultimi due secoli, Biella ha dato i natali ad alcune delle più prestigiose aziende tessili del mondo, sinonimo di qualità e innovazione. Passeggiare nei loro stabilimenti storici, oggi spesso visitabili, è come sfogliare un’enciclopedia vivente del savoir-faire italiano.

Ermenegildo Zegna: il lusso responsabile

Fondata nel 1910 a Trivero, sui monti biellesi, Zegna è una leggenda del menswear di lusso. Ma prima ancora della moda, Zegna è una fabbrica di filati. L’azienda ha costruito la propria identità sul controllo totale della filiera, dalla selezione della lana grezza fino alla realizzazione del capo finito. Oggi, lo Zegna Wool Mill è considerato uno dei centri produttivi più avanzati d’Europa, e custodisce una delle più grandi biblioteche tessili al mondo.

Vitale Barberis Canonico: 350 anni di storia

Attiva ininterrottamente dal 1663, questa azienda è una delle più antiche fabbriche tessili a conduzione familiare del mondo. I tessuti firmati Vitale Barberis Canonico sono stati scelti da sartorie storiche, designer contemporanei e case reali. Dietro ogni rotolo di tessuto c’è uno studio quasi maniacale di texture, colori e pesi, un’eleganza sobria e insieme sofisticata che solo i maestri biellesi sanno dare.

Lanificio F.lli Cerruti: tra innovazione e arte

Fondata nel 1881, Cerruti ha saputo coniugare tradizione e innovazione con una naturalezza sorprendente. I suoi tessuti hanno vestito attori hollywoodiani e capi di Stato, ma il cuore dell’azienda è rimasto fedele a Biella. Oggi, il lanificio è anche un centro creativo dove nascono collezioni di grande sperimentazione, che giocano con fibre naturali, colori organici e tecniche all’avanguardia.

Cosa portare a casa da Biella

 

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Visitare Biella è un’esperienza da vivere con calma, come si sfoglia un libro prezioso. Non solo lanifici, ma anche borghi storici come Ricetto di Candelo, santuari come Oropa, paesaggi che alternano boschi e colline dove il tempo sembra essersi fermato.

Nei piccoli atelier del centro storico, si trovano artigiani che filano ancora a mano, tintori che usano solo pigmenti naturali, sarti che parlano con i tessuti prima di tagliarli. In ogni angolo si respira la cultura del dettaglio, del bello che dura, del rispetto per la materia e per chi la lavora.

Chi visita Biella non torna a casa a mani vuote. E non parliamo solo di sciarpe e cappotti, ma di pezzi unici, da indossare o custodire come opere d’arte.

Un tessuto a metraggio firmato Zegna o Vitale Barberis: anche solo un taglio di panno può diventare una giacca su misura, un cuscino, un ricordo tangibile di eccellenza.

Un capo sartoriale confezionato da artigiani locali: magari con una fodera in cashmere rigenerato o una fodera in seta tinta con pigmenti naturali.

Un gomitolo di lana filata a mano: per chi ama lavorare a maglia o anche solo per chi desidera toccare con le dita la purezza di una fibra nobile.

In un’epoca in cui il termine made in Italy è spesso abusato, Biella rappresenta l’autenticità. Qui il tessile non è una moda passeggera, ma un patrimonio culturale vivo, custodito con amore e tramandato come un bene sacro.

In ogni filo che nasce tra queste valli, c’è la forza di una terra che ha scelto di non piegarsi al compromesso. C’è l’intelligenza delle mani che sanno ancora ascoltare la materia. C’è l’eleganza silenziosa di chi fa le cose bene, senza urlarle.

Biella è un luogo dell’anima. Un rifugio per chi cerca il bello autentico, per chi ama la moda che parla di storie e non solo di tendenze, per chi crede che ogni filo possa raccontare un mondo.

Biella è ancora un atelier a cielo aperto: ogni passo è un punto di cucitura, ogni incontro è un nuovo tessuto che prende forma, ogni tramonto è una sfumatura da tessere.

E alla fine, quando tornerai a casa, il profumo dei filati ti seguirà ancora. Perché certi viaggi non si dimenticano. Si indossano.

[foto copertina Di Michael Musto – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=137832848]

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